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Il lungo fiume di Richard Long

Firenze. Il ventennio di attività di Base / Progetti per l’arte, il collettivo di artisti che vivono e operano in Toscana, fondato nel 1988 per promuovere progetti di altri artisti, scelti tra le figure più interessanti del panorama artistico odierno, si apre con l’invito a un nome ormai entrato nella storia, quello di Richard Long, l’artista britannico che, fin da «A Line Made by Walking» del 1967, ha offerto una personale interpretazione della poetica della Land Art.Per gli spazi di via san Niccolò, che nel corso del 2018 accoglieranno Roman Ondak, Ryan Gander, Rossella Biscotti, Pierre Huyghe, Saadane Afif, Long ha realizzato due «mud works», un cerchio e un semicerchio disegnati sui muri della galleria col fango e il solo uso delle mani. Il titolo «Richard Long/Arno Avon» (dal 7 dicembre al 10 febbraio) unisce il fiume di Bristol, città natale di Long, col cui fango egli ha spesso lavorato, con quello del fiume che attraversa Firenze, l’Arno, e il fango fluisce dalle pareti verso il pavimento della galleria, come il fiume verso il mare. Col fango, ponte naturale tra la roccia e l’acqua, Long riporta dunque nello spazio chiuso l’esperienza vissuta nel paesaggio, mantenendo un equilibrio costante tra idea della forma e spontaneità dell’esecuzione. Fondamentale in questa pratica è la velocità del gesto «perché è ciò che crea la traccia del getto, che mostra l'acquosità del fango, e l'acqua è il soggetto e l’oggetto principale di queste opere, mostrandone la natura».D’altronde proprio quel gesto ci rimanda anche alla pittura parietale preistorica e a una radicale disposizione dell’artista a usare solo il proprio corpo per la realizzazione dell’opera, coniugando materiali naturali con l’energia intrinseca della materia. Interessato alla varietà cosmica come a un vocabolario inesauribile di segni e di suggestioni, Long ci ricorda che «ogni pietra è diversa, come lo è ogni impronta delle dita, ogni nuvola, ogni getto, ogni camminata; e non si può entrare mai nello stesso fiume due volte». ...

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